OSCAR CARNICELLI è nato in Puglia nel 1932, siciliano d’adozione vive ed opera a Caltanissetta esercitando anche la professione di architetto.

Formatosi alla scuola neorealista ha frequentato l’accademia del nudo in via Margutta a Roma. Nel 1966 ha partecipato alla I Mostra di affreschi murali nell’isola di Ustica con G. De Simone, Turcato, Monachesi ed altri artisti siciliani. Nello stesso anno l’interessamento di Leonardo Sciascia e di Enzo Consolo, in occasione di alcune mostre in Sicilia, ed in particolare a Palermo, ha segnato l’inizio di esperienze e ricerche dei tutto personali culminate, nella prima fase, con l’esecuzione del grande affresco (m.9,20 x 4,70) “Diaspora siciliana” all’Istituto tecnico commerciale Mario Rapisardi di Caltanissetta a seguito di un concorso nazionale del 2%. Questo periodo è contrassegnato, piu’ che dall’impegno nel sociale, come «Picasso e Guttuso…… da un dinamismo alla Boccioni nel suo momento piu felice e nella ricchezza dei suoi contenuti» (Franco Grasso 1971).

L’esperienza della grande dimensione e dell’ampio libero gesto è stata poi, per contrasto, sviluppata su cavalletto con una scrittura minuta tendente ad ottenere una luce ed una trama inedita del paesaggio siciliano nel quale, poi, sono state inglobate strutture geometriche emblematiche delle trasformazioni macro-tecniche dei nostro tempo. Illuminanti sono di questo periodo gli scritti di A. Cremona, C. Benincasa, I. Tognelli, F. Ulivi, F. Gallo (curatore della mostra antologica di P. Moncada nel 1985), E. Mercuri ed altri.

Si puo’ ritenere profetico il commento di Benincasa per i successivi sviluppi quando scrive:«… dov’è l’equilibrio (di questa pittura)? È nella forza scatenata e trasgressiva dell’immaginario metafisico di una naturache come segno di libertà invade il quadro senza stabilire confini e tende a procedere oltre il quadro verso una dimensione cosmica» (1979). Infatti la pittura dell’Artista dagli anni ’80 si arricchisce di ampi segni organici che si ricollegano al dinamismo e alle dimensioni dell’affresco dei 1971 con una visione cosmica e drammatica del mondo … intrecciando armonie cromatiche… che non sono soltanto ineguagliabile occasione di accostamento e fusione, di composizione, ma sono anche elementi di grande esaltazione sia emotiva che mentale, di speculazione del pensiero che vorrebbe penetrare i segreti alchemici della natura (Francesco Carbone 1996).Vedasi pure gli scritti di G. Tocco, F. Spena, M. Giancaspro, A. Bagordo, A. Gerbino, G. Amodio, G. Occhipinti .

 Renato Guttuso lo invita a donare un’opera all’istituendo Museo a lui dedicato nella Villa Cattolica di Bagheria (vedi foto), intitolata: “Da portella delle ginestre ad Avola”. Negli anni settanta, invitato dallo storico dell’arte Fortunato Bellonzi (Segretario della Quadriennale di Roma) partecipa ad una mostra di grafica in alcuni stati del Sud America. Successivamente espone all'”Institute For Foreing Trade” di Londra all'”International Art Fair” di Basilea. Sono numerose le mostre personali e collettive tenute nelle più importanti città italiane e siciliane. Nel 1985 con la C.E.I.C. di Roma è invitato ad una mostra di grafica a Tokio e nel 2001 alla “World Festival of art” di Lubiana.

È stato presente, con alcune gallerie d’arte,alle fiere di Bologna, Torino, Vicenza, Bari, Gent (Belgio) e Barcellona (Spagna). Nel 1976 l’editore S. Sciascia pubblica una monografia con testo dello storico Francesco Giunta dell’Università di Palermo, mentre nel 1985 il Comune di Caltanissetta gli dedica una grande mostra antologica nel Palazzo Moncada con una monografia a cura di Francesco Gallo. Nel 1992, sul suo progetto, si realizza il “Memorial della Miniera” in Via Cav. Vittorio Veneto a Serradifalco e nel 2004, nella stessa città viene chiamato per realizzare il Monumento dedicato a tutte le vittime dei terrorismo che ingloba, tra l’altro una grande scultura realizzata con elementi di carrozzeria d’auto.

Nello stesso anno il Prof. Gino Crisci ,dell’Università della Calabria (ARCAVATA) gli fa tenere un’ampia mostra nel centro culturale da lui diretto(CAMS). Il “Museo de Arte” dello stato messicano di Querètaro lo invita a tenere una mostra che si realizza nel marzo-aprile del 2005. Il successo di questa esposizione suscita l’interesse del “Museo Francisco Cossio” dello stato di S.Luis Potosì e del “Museo della città di Guanajuato” che allestiscono le due mostre nell’estate dello stesso anno. Sono in programma ,sempre in Messico altre mostre,tra le quali,una in un museo di città del Messico.Araceli Ardon,direttrice del Museo di Querètaro,scrive: «..nelle tele (grandi) di Carnicelli c’è un cuore che batte con la stessa pulsione dei grandi affrescatori dei murales messicani».